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DOVE NASCONO LE OMBRE

 OMBRE E IMMAGINI ANIMATE

Una creazione TEATRO ANIMATO

di e con Alessandra Amicarelli e Moira Zappella

Regia, scenografia, disegno sagome, creazione video: Alessandra Amicarelli

Testo: Moira Zappella

Musiche: Simone Armini

Paesaggio sonoro: Alessandra Amicarelli

Consulenza video: Alessandro Palmeri

Costumi: Maria Paola Vespa

Attrezzeria: Paolo Sortino

Foto: Domenico Semeraro

DOVE NASCONO LE OMBRE è una narrazione poetica che ci conduce a riscoprire la magica danza della luce con l'ombra.

La luce ogni giorno sfiora corpi e oggetti, abbracciandoli genera ombre grandi e piccole che si allungano, si distendono, si dilatano per terra, sulle pareti di casa, davanti al nostro naso o in angoli nascosti e irraggiungibili.

Non sempre facciamo caso alle ombre, spesso non le notiamo.

A volte invece all'improvviso ci incantano invitandoci a giocare con loro.

Prendendo il tempo di osservare questa quotidiana danza che ci accompagna da sempre, scopriamo che nell'incontro tra luce e materia il mondo si anima di ombre che lo arricchiscono di emozioni.

 

In una soffitta buia, o forse in un teatro chiuso da tempo, chissà... due amiche inseparabili entrano armate di due piccole torce per farsi luce nello spazio pieno di mistero e fascino.

Aprono vecchi bauli e sollevano polverosi teli che ricoprono le cose, ed ecco che l'incontro della luce con questi oggetti svela un mondo fantastico: l'ombra di un mazzo di fiori di plastica avvolge i teli trasformandoli in prati illuminati da lucciole che volano nel cielo notturno.

Lo spazio dell'immaginazione si apre, la danza tra luce ed ombra può iniziare.

Ecco i primi istanti di vita dell'universo, la nascita delle stelle, l'origine del mondo...e noi che nasciamo dal silenzio come la notte dal giorno.

Ecco i primi passi nella vita, i nostri primi giochi; ed ecco che già siamo ragazzini, incontriamo il primo amore.

La vita ci unisce, ci lega , ci rende inseparabili, insieme cresciamo e invecchiamo. Oppure ci perdiamo.

 Da dietro la tenda di una finestra guardiamo il mondo che sta fuori, ma sono i nostri ricordi e pensieri a scorrere: noi come eravamo, noi come siamo stati, noi come saremo.

 Fuori, la città che cresce, il tempo che passa, le albe che si susseguono, i cieli che si dipingono di blu, i sogni che ci portiamo segreti negli occhi, i silenzi e le attese, le piccole cose di ogni giorno, e poi la festa, l'allegria, il giro di giostra e la risata strappata da un inciampo e una buffa capriola.

 La luce arriva da molto lontano, dal cuore delle stelle, ma la ritroviamo anche nei semafori, nelle insegne luminose che ci rubano il buio. La ritroviamo in certi occhi, e allora ringraziamo il cielo e le sue ombre, che ci fanno così belli, che ci rendono così umani. La luce ci accarezza e dal suo abbraccio le ombre nascono.

 

Due attrici, utilizzando semplici oggetti, creano davanti agli occhi del pubblico i diversi ambienti in cui il gioco della luce e delle ombre prende vita animandosi.

Con fiori di plastica fanno apparire prati di lucciole e lanterne; con piccole sagome disegnate tracciano per schizzi veloci la vita dall'essere bambini fino al diventare anziani; con scatole di cartone della spesa costruiscono villaggi di case abitate; con teli di stoffa fanno emergere cieli e mari; con piccoli schermi di carta incorniciano ricordi e pensieri; con cassette della frutta affastellano palazzi di città verticali...

Caratteristica tecnica dello spettacolo è quella di far ricorso esclusivamente a due fonti luminose: la luce bianca di piccole torce led e la luce colorata di video proiezioni di immagini disegnate a passo uno.

Le attrici muovono manualmente tutte le luci: video e torce led. Nessun proiettore teatrale viene utilizzato.

Una vera e propria coreografia della luce si disegna così in scena, poiché sono i corpi in movimento delle stesse attrici a generale i campi luminosi nello spazio scenico immerso nel buio.

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